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sabato 6 gennaio 2018

La rivoluzione ambientale (Idee per un programma condiviso)

 L’agricoltura è uno strumento di salvaguardia del territorio e della biodiversità, di lotta alla povertà alimentare e ai cambiamenti climatici. Deve essere indirizzata verso le pratiche dell’agricoltura biologica, in particolare quella locale, connessa con la stagionalità delle produzioni e con l’identità culturale di un territorio, altrimenti può rivelarsi uno dei fattori responsabili delle emissioni di gas serra, dell’inquinamento di acque e terreni, oltre ad essere un grande mercato per l’industria chimica.
Il costo economico del consumo di suolo in Italia è compreso fra i 600 e i 900 milioni di € l’anno e la diminuita produzione agricola incide per il 40%. Ininterrottamente, dal dopoguerra ad oggi, l’urbanizzazione ha invaso la campagna. Vogliamo invertire questo processo speculativo e la campagna deve invadere le città penetrando con orti, boschi, giardini, spazi coltivati nelle aree rimaste libere nei centri urbanizzati. La rivoluzione ambientale si fonda sul passaggio dall’economia lineare a quella circolare che punta alla scomparsa del concetto stesso di “rifiuto”, alla riduzione dei consumi energetici e delle risorse non rinnovabili, alla conversione verso la totale decarbonizzazione, investendo in programmi di efficientamento energetico, energie rinnovabili, smettendo di finanziare (con 16 miliardi all’anno) chi produce effetti dannosi per l’ambiente. Costruire democrazia energetica vuol dire passare alle fonti rinnovabili ma, soprattutto, operare una concorrenza diffusa ai grandi player: i cittadini e le comunità devono riappropriarsi di un settore strategico come quello energetico.


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