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venerdì 5 gennaio 2018

La Riconversione ecologica è la vera sfida per le Città (Idee per un programma condiviso)

Il problema strategico dei cambiamenti climatici che sta diventando irreversibile è causato da un modello antropocentrico che ha guidato scelte economiche miopi senza curarsi delle catastrofi da queste prodotte
In Italia ogni anno le morti causate dall’inquinamento atmosferico sono 91mila, più che in ogni altro paese d’Europa.
Basta qualche domenica senza macchine? Oppure occorrono interventi strutturali che attraverso la revisione degli strumenti urbanistici propongano una nuova visione di città, che respinga la mercificazione del Bene Suolo e della sua impermeabilizzazione, che danneggia la salute, favorisce le mutazioni climatiche e le isole di calore e crea una città asocializzata.
L’urbanistica è una disciplina che deve diventare di utilità sociale. Ora non lo è. E’ ancora come sempre al servizio della rendita urbana che guida i processi di trasformazione e le scelte di pianificazione usando lo scudo di termini devianti come i “diritti edificatori” e limiti (infondati) alla possibilità di ridurre l’edificabilità dei suoli.
Negli strumenti urbanistici le capacità edificatorie sono spesso sovradimensionate rispetto alla crescita (o meglio decrescita) della popolazione, Pertanto solo attraverso varianti urbanistiche che riducano le capacità edificatorie dei Piani, è possibile limitare il Consumo di suolo che i PRG in vigore legittimamente consentono; così da assicurare la permeabilità dei terreni e l’incremento delle aree verdi boscate che riducono l’inquinamento atmosferico e aumentano la resilienza.
Le nuove disposizioni normative dovranno dirlo a chiare lettere per sciogliere comodi equivoci.


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