Lavoro, lavoro, lavoro. Non è il ritornello di una brutta
canzone intitolata Jobs Act ma una dei pensieri costanti degli italiani che non
ne trovano uno decente, che lavorano a part-time, a termine o che, dopo un
ciclo di studi, si trovano a fare lavoretti. Oppure a essere impiegati senza
una paga adeguata. È anche il pensiero fisso di noi di Liberi e Uguali.
Vogliamo restituire dignità e diritti a chi lavora e abbiamo idee e proposte
per crearne di nuovo. Vogliamo un contratto unico, investimenti in economia
verde, assunzioni e rinnovo della pubblica amministrazione, cura del
territorio, incentivi a chi innova e assume. E poi un fisco più giusto. Ecco
cosa pensiamo di fare in una serie di grafiche. Sono tante: abbiamo tante buone
idee.
Vogliamo riconnettere sinistra e società, rivolgendoci soprattutto a tutte le donne e gli uomini trascinati in basso dalla crisi, a tutte le esperienze del civismo, alle forze organizzate del mondo del lavoro, a quanti sentono il bisogno di una politica diversa per risollevarsi. Sta qui il senso del nostro progetto.
Un piccolo contributo
Abbiamo bisogno del contributo di tutti
mercoledì 28 febbraio 2018
lunedì 26 febbraio 2018
sabato 24 febbraio 2018
Un voto utile
Penso che nel collegio del Piemonte 2 per il Senato un voto molto
utile sia per Nerina Dirindin, candidata nella lista di Liberi e Uguali.
Per vari motivi:
1) per il fondamentale programma proposto per la difesa e il
sostanziale miglioramento della sanità pubblica, essenziale per far sì che la salute
ritorni ad essere una priorità;
2) per la volontà e le capacità di realizzare il programma proposto,
dimostrate dal grande impegno di Nerina Dirindin in campo sanitari. Basti pensare
alle importanti esperienze maturate quale Senatrice e in precedenza quale Direttore
Generale della Sanità al Ministero e in alcune Regioni, ai suoi studi quale professoressa
di economia sanitaria.
Di queste capacità e dell'impegno della Professoressa per il
progresso sociale posso dare diretta testimonianza, in quanto ho potuto apprezzarla
quale collega nella Facoltà di Torino e a Novara, quando nella mia qualità di Preside,
la invitai a darci una mano per colmare per un paio d'anni l'allora nostra mancanza
di docenti.
Dichiarazione del professore Francesco Adamo, già Preside della III Facoltà di Economia sede di Novara e già
Direttore del Dipartimento di Studi per l'Impresa e il Territorio
giovedì 22 febbraio 2018
LAVORO, DIGNITÁ, LEGALITÁ, DIRITTI
Incontro con i candidati di Liberi e Uguali del nostro
territorio:
Pina Muscariello, Roberto Leggero e Diego Brignoli
LESA, Venerdì 23 FEBBRAIO
Sala Pertini (Lungolago)
Ore 21
domenica 18 febbraio 2018
RIAFFERMARE IL DETTATO COSTITUZIONALE: IL LAVORO E I SUOI DIRITTI FONDAMENTA DELLA DEMOCRAZIA
«Riaffermare il dettato costituzionale: Il lavoro e i
suoi diritti fondamenta della democrazia» è il titolo della serata organizzata
Mercoledì 21 febbraio alle ore 21.00 all'Hotel IL PARMIGIANO in via dei Cattaneo,
6 a NOVARA da Liberi E Uguali.
Il tema verrà discusso da Sergio COFFERATI, Europarlamentare
– già segretario generale della CGIL con i candidati novaresi di LIBERI E
UGUALI alle elezioni politiche del 4 marzo Pina MUSCARIELLO, Roberto LEGGERO e
Riccardo GIULIANI.
mercoledì 14 febbraio 2018
Cambiare l'Università: aumentare le risorse e ripensare la valutazione
Un aumento dei finanziamenti del l'Università e la Ricerca è
la prima condizione per invertire la rotta. Occorre agire anche sulle modalità
di distribuzione delle risorse, contro lo screditamento del sistema pubblico di
istruzione e ricerca che ha portato a dirottare le risorse verso aiuti
indiscriminati di dubbia utilità a poche imprese e verso fondazioni di diritto
privato per la realizzazione di poli di (sedicente) eccellenza, lasciando
sguarniti ampie fette di territorio del paese ad intenso bisogno di alta
formazione. Questo modello, oltre ad esse poco efficace, è anche in contrasto
con la nostra Costituzione.
L’Anvur, agenzia tecnocratica di valutazione del sistema
universitario, ha di fatto assunto il ruolo di arbitro della politica
universitaria. Importanti scelte di distribuzione delle risorse sono
determinate non da un’analisi politica, che tenga conto di fattori sociali,
economici e culturali, ma dal risultato di parametri dalla discutibile base
scientifica che, dando l’idea di essere univocamente determinate, in realtà
nascondono scelte arbitrarie. A fronte della compressione nazionale dei
finanziamenti, il processo di valutazione non attiva meccanismi di riequilibrio
ma accresce i divari. La valutazione, in un contesto di taglio delle risorse si
è ridotta a un approccio punitivo e non di riequilibrio del sistema.
Noi proponiamo di:
- aumentare il finanziamento ordinario per università e ricerca, negoziando con l’Unione europea un aumento di congrue percentuali annue di PIL come investimento pubblico fuori dal patto europeo di stabilità
- individuare risorse per superare il precariato e stabilizzare il sistema universitario e degli enti pubblici di ricerca
- riconoscere la dignità della docenza anche attraverso lo sblocco degli scatti delle retribuzioni
- abolire l’Anvur o ridefinirne dalle fondamenta il mandato per un’agenzia della valutazione con un governo partecipato dalla comunità scientifica e garanzia di autonomia dalla politica, innanzitutto con personalità inattaccabili.
- convocare una conferenza nazionale sui criteri di valutazione dei singoli e delle istituzioni
- definire nuove finalità della valutazione che superino la logica della competizione tra atenei per un approccio di governo equilibrato del sistema
- riportare la programmazione strategica a scelte di governo del sistema e non a parametri automatici basati su criteri tecnocratici, e definire conseguentemente la distribuzione dei finanziamenti.
martedì 13 febbraio 2018
Vogliamo che l'università sia aperta a tutte e a tutti
In Italia l’università è sempre più riservata ai ceti
benestanti.
Solo il 22 % dei giovani che la frequentano, secondo il
Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, ha un'origine sociale meno favorita.
Tuttavia il nostro paese non si impegna a rimuovere le barriere economiche
all’accesso all’istruzione terziaria. La crisi, l’aumento delle tasse –
aumentate in media del 50% e tra le più alte dell’Europa continentale – e il
numero chiuso hanno vanificato l’accesso di massa all’istruzione universitaria.
La combinazione di alte tasse universitarie – pagate da una quota largamente
maggioritaria della popolazione studentesca – e un esiguo numero di percettori
di borse di studio, rende quello italiano uno dei sistemi più iniqui presenti
nel panorama europeo. L’Italia risulta infatti uno dei paesi col più basso
rapporto tra idonei alla borsa di studio e iscritti all’università. Nel nostro
paese il diritto allo studio interessa meno del 10% della popolazione
universitaria a fronte del 36% della Francia, del 25% della Germania ecc, come
testimoniano i dati Eurydice, paese, quest’ultimo, in cui gli studenti inoltre
non pagano le tasse universitarie. Per ribaltare la tendenza degli ultimi anni
occorre affermare la prospettiva di un ampliamento della gratuità
dell’istruzione universitaria. L’innalzamento dei livelli di istruzione
attraverso la generalizzazione dell’accesso all’università rappresenta, infatti,
un obiettivo strategico per tutto il paese. L’obiettivo della gratuità va
affermato prevalentemente attraverso due leve: l’abolizione della contribuzione
studentesca; un potenziamento del diritto allo studio in grado di realizzare
pienamente il mandato costituzionale, per rimuovere le barriere economiche,
sociali e territoriali che si frappongono all’accesso agli studi.
La gratuità della formazione universitaria costituisce una
concreta occasione per restituire il sistema a una logica solidale: i redditi
alti, correttamente individuati, devono essere chiamati a contribuire,
attraverso la fiscalità generale e una rimodulazione, in base al reddito, della
tassa regionale per il diritto allo studio. È credibile e sostenibile
raggiungere livelli di esenzione pari agli esempi europei più virtuosi.
lunedì 12 febbraio 2018
Riconquistare e tutelare i diritti del lavoro nella società e nella economia che cambiano
«Riconquistare e tutelare i diritti del lavoro nella società
e nella economia che cambiano» è il titolo della serata organizzata Venerdì 16
febbraio alle ore 21.00 al ristorante IL PARMIGIANO in via dei Cattaneo, 6 a
NOVARA da Liberi E Uguali.
Il tema verrà discusso da Mario AGOSTINELLI, Presidente
dell’Associazione Energia Felice con i candidati novaresi di LIBERI E UGUALI
alle elezioni politiche del 4 marzo Pina MUSCARIELLO, Roberto LEGGERO e Riccardo
GIULIANI.
sabato 10 febbraio 2018
Ma di mafia è meglio non parlare
Che cosa sta succedendo a Tornaco? Secondo la stampa
quindici colpi di fucile a pallettoni sono stati sparati contro il portone di
una palazzina. Se le informazioni sono giuste bisogna pensare che si sia
trattato di un gruppo di fuoco. Infatti non esistono fucili a pallettoni con
serbatoi da quindici colpi ma al massimo da sette o otto colpi. Siccome poi
questi fucili si caricano abbastanza lentamente, dobbiamo immaginare che gli
sparatori fossero almeno due. Inoltre, siccome in Italia i fucili a pallettoni,
a pompa o automatici, hanno la capienza dei serbatoi limitata a tre colpi,
sicuramente deve esserci stato un armiere che ha modificato i fucili. Abbiamo
quindi in azione un gruppo di tre persone, cosa che esclude la possibilità che
si sia trattato del gesto di un folle.
Non penso che ci possano essere troppi dubbi sul fatto che si tratti di una
intimidazione in stile mafioso. Sarà banale ma se lo stile è mafioso sarà
perché ci sono dei mafiosi.
Pochi giorni dopo va a fuoco - di domenica - il materiale stoccato in una ditta
di Tornaco. C’è un legame tra i due eventi? La magistratura lo stabilirà.
Quello che colpisce è che sia a livello nazionale sia a livello locale -
Tornaco è a 15 chilometri a sud di Novara - il tema della corruzione e della
mafia sia totalmente assente mentre impazza la gara a chi si mostra più
fascista e grida “legge e ordine”, salvo dimenticarsi che, dal Nord al Sud,
mafia e corruzione godono di ottima salute.
Del resto domina la scena politica un amico di mafiosi, Silvio Berlusconi,
convinto che Mangano fosse un “eroe” e che Dell’Utri sia un prigioniero
politico. Non serve molta immaginazione per capire perché di mafia sia meglio
non parlare.
Roberto Leggero
venerdì 9 febbraio 2018
Uomini così io li chiamo "terroristi". E i morti e i feriti li chiamo fratelli e sorelle
L'attacco di Macerata a persone indifese e innocenti è
oggettivamente un atto di terrorismo. Perché è il fascismo stesso ad essere
costitutivamente terroristico perché antidemocratico. Del resto Mussolini
diceva "Il fascismo respinge nella democrazia l'assurda menzogna (...)
dell'egualitarismo politico".
Perciò se guardando ai fatti di Macerata, magari anche per
una volontà di non esasperare gli animi, si dichiara che non si tratta di
terrorismo, l'unica altra categoria che rimane per spiegare quel fatto è quella
della follia. Oppure bisogna accettare la giustificazione dello stragista.
Ma nella decisione di sparare a cittadini innocenti non c'è
follia ma desiderio di terrorizzare. Lo stesso desiderio presente nell'omicidio
di Davide Cesare nel 2003, di Renato Biagetti nel 2006, di Nicola Tommasoli nel
2008, di Emmanuel Chidi Nnandi nel 2016. Lo stesso desiderio di terrorizzare
che c'era nella sparatoria di Firenze nel 2011 nella quale morirono Diop Mor e
Samb Modu.
Uomini armati di pistola e di coltello che uccidono a caso
bianchi e neri, uomini e donne, in nome di un'ideologia che esalta la guerra e
la violenza ["Anzitutto il fascismo, per quanto riguarda (...) l'avvenire e
lo sviluppo dell'umanità (...), non crede alla possibilità né all'utilità della
pace perpetua. Respinge quindi il pacifismo che nasconde una rinuncia alla
lotta e una viltà (...). Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le
energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli" B. Mussolini].
Uomini così io li chiamo "terroristi". E i morti e i feriti li chiamo
fratelli e sorelle. Li chiamo "concittadini".
Roberto Leggero
giovedì 8 febbraio 2018
Cancelliamo la Mafia Tax!
Durante questa campagna elettorale va di moda promettere
soldi e tagli alle tasse, partendo magari da quelle per i più ricchi come
farebbe la flat tax.
Dobbiamo dirla: ci impegneremo invece per eliminare una
tassa fra le più odiose, che paghiamo tutti senza accorgercene, una tassa che
strangola il Paese con tangenti, e di cui in campagna elettorale non parla
nessuno: noi la chiamiamo Mafia Tax. Quella della corruzione, delle estorsioni,
del riciclaggio che uccide la concorrenza, dei veleni riversati nelle acque e
del traffico di rifiuti tossici sepolti sotto terra.
mercoledì 7 febbraio 2018
La salute non si paga
12 milioni di italiani rinunciano alle cure a causa di costi sempre più elevati, di ticket che superano il prezzo delle prestazioni private, di liste d’attesa troppo lunghe, della mancanza di presidi sanitari sul territorio. Bisogna interrompere questa privatizzazione di fatto del sistema sanitario e riportare il finanziamento alla sanità nella media europea. Una specifica emergenza riguarda il Sud, dove l’aspettativa di vita è tornata a essere quella del dopoguerra e l’emigrazione sanitaria tocca livelli record. Vanno sostenute scelte che aiutino a migliorare la salute di tutti noi: riconversione verde delle industrie, lotta all’inquinamento urbano, prevenzione degli incidenti sul lavoro, educazione alimentare.
Ecco le proposte di Liberi e Uguali:
Ecco le proposte di Liberi e Uguali:
• abolizione del superticket e riduzione dei ticket, per impedire che i costi siano più alti nel pubblico che nel privato
• assunzione di almeno 40 mila medici e operatori sanitari e investimenti in strutture e tecnologie, per garantire su tutto il territorio nazionale il diritto alla salute (con un’attenzione specifica agli organici della guardia medica)
• piano per la formazione dei medici di famiglia e dei pediatri: se non si agisce ora, il sistema entrerà in crisi nei prossimi 4 anni
• sostegno alla diffusione dei farmaci generici per abbattere i costi per i cittadini (l’Italia è al penultimo posto in Europa nell’impiego dei farmaci generici)
• stipulare nuovamente i contratti nazionali della medicina dei servizi, per rafforzare servizi di vaccinazioni, agli anziani, i consultori… e le altre strutture territoriali
• piena attuazione della legge 194 sull’interruzione della gravidanza
• piano di azione specifico per la salute mentale: in Italia la sofferenza psicologica è aumentata a partire dagli anni della crisi economica
martedì 6 febbraio 2018
Liberi e Uguali. A sinistra. Il futuro
Il progetto di Liberi e Uguali nasce per restituire speranza
nella democrazia a milioni di cittadine e cittadini che oggi non si sentono più
rappresentati da nessuno. Vogliamo radicare questo
progetto nella società
italiana per riaprire una prospettiva di governo di segno autenticamente
progressista.
La crescita delle diseguaglianze è oggi il principale
fattore di crisi dei sistemi democratici. La lunga crisi, assieme a un processo
di globalizzazione non regolato, ha enormemente accresciuto le diseguaglianze,
ha svalutato il lavoro e compresso i suoi diritti, ha costretto alla chiusura
tante piccole e medie aziende, ha condannato i giovani a una disoccupazione di
massa e una precarietà endemica, ha indebolito l’istruzione, la sanità e la
previdenza pubbliche, ha colpito il ceto medio e ha allargato l’area di povertà
e di insicurezza sociale. Il progetto di Liberi e Uguali nasce per contrastare
queste tendenze, riaffermando l’attualità del modello sociale ed economico
disegnato dalla Carta costituzionale.
Vogliamo riportare l’istruzione, il lavoro e l’ambiente al
centro della nostra vita sociale.
L’attacco all’autonomia e alla qualità della scuola e
dell’università pubblica ha indebolito l’istruzione pubblica quale luogo dove
formare cittadini e cittadine con spiriti e menti libere, in grado di
affrontare le sfide sociali e professionali del nuovo millennio. Ricrearlo è il
nostro primo pilastro.
Il lungo ciclo della precarizzazione ha permesso alle
imprese di non affrontare il nodo della stagnazione della produttività, ha
compresso i salari, ha accresciuto la disoccupazione, ha dequalificato una
parte importante del nostro apparato produttivo e ha portato la precarietà
nella vita quotidiana delle persone. Invertire questo processo è il nostro
secondo pilastro.
La tutela dell’ambiente deve diventare il cardine e il
principio ordinatore di una nuova politica economica, industriale e
dell’innovazione. La conversione ecologica dell’economia è il terzo pilastro su
cui si fonda la nostra casa.
Una sanità pubblica moderna ed efficiente, un sistema delle
pensioni rispettoso dei diritti e delle differenze, l’equità e la progressività
del sistema fiscale, la lotta all’evasione fiscale, una giustizia celere, un
sostegno reale all’innovazione tecnologica, la valorizzazione del patrimonio
culturale, la tutela e la messa in sicurezza del territorio sono gli altri
tasselli essenziali di un progetto di ricostruzione dello Stato democratico e
della sua insostituibile funzione economico-sociale.
La riaffermazione di diritti sociali primari è essenziale
anche per aprire il campo a una nuova stagione di avanzamenti sul terreno dei
diritti civili. Strategia indispensabile anche per difendere principi
irrinunciabili in materia di accoglienza e integrazione.
La piena affermazione a tutti i livelli della libertà, della
pari dignità e delle pari opportunità, individuali e sociali, delle donne è un
punto fondante del nostro progetto di attuazione integrale della Costituzione
repubblicana e del suo cuore pulsante, l’articolo 3, così come lo è la
prevenzione e il contrasto della violenza di genere.
Il ripudio della guerra e il rilancio del multilateralismo e
della cooperazione internazionale devono essere la bussola di un nuovo ruolo
dell’Italia e dell’Europa nel mondo globale, in un quadro ancora
drammaticamente segnato da conflitti, terrorismo e grandi fenomeni migratori.
La nostra è una scelta chiaramente europeista ma vogliamo
combattere la deriva tecnocratica che ha preso l’Europa restituendo respiro
alla visione di un solo popolo europeo. Vogliamo un’Europa più giusta, più
democratica e solidale. Occorre superare la dimensione intergovernativa che
detta i doveri e non garantisce i diritti con politiche di dura austerità.
Vogliamo dare maggiore ruolo al Parlamento europeo che elegga un vero governo
delle cittadine e dei cittadini europei affinché possano tornare ad abitare la
loro casa.
Il cambiamento e la discontinuità rispetto alle politiche
degli ultimi anni costituiscono l’elemento fondamentale di questa visione, che
ambisce a radicarsi in maniera stabile nella società italiana. Non mille
promesse ma progetti che servono, scritti bene, da fare meglio. Un lavoro ben
fatto. La politica che ritrova il suo ruolo di servizio a favore dei cittadini.
Per questo Liberi e Uguali partecipa alle elezioni politiche
con una proposta autonoma e alternativa ai partiti esistenti, con una lista che
è il primo passo verso la costruzione di un nuovo soggetto politico comune
delle forze progressiste, civiche e di sinistra nel nostro paese.
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