Un aumento dei finanziamenti del l'Università e la Ricerca è
la prima condizione per invertire la rotta. Occorre agire anche sulle modalità
di distribuzione delle risorse, contro lo screditamento del sistema pubblico di
istruzione e ricerca che ha portato a dirottare le risorse verso aiuti
indiscriminati di dubbia utilità a poche imprese e verso fondazioni di diritto
privato per la realizzazione di poli di (sedicente) eccellenza, lasciando
sguarniti ampie fette di territorio del paese ad intenso bisogno di alta
formazione. Questo modello, oltre ad esse poco efficace, è anche in contrasto
con la nostra Costituzione.
L’Anvur, agenzia tecnocratica di valutazione del sistema
universitario, ha di fatto assunto il ruolo di arbitro della politica
universitaria. Importanti scelte di distribuzione delle risorse sono
determinate non da un’analisi politica, che tenga conto di fattori sociali,
economici e culturali, ma dal risultato di parametri dalla discutibile base
scientifica che, dando l’idea di essere univocamente determinate, in realtà
nascondono scelte arbitrarie. A fronte della compressione nazionale dei
finanziamenti, il processo di valutazione non attiva meccanismi di riequilibrio
ma accresce i divari. La valutazione, in un contesto di taglio delle risorse si
è ridotta a un approccio punitivo e non di riequilibrio del sistema.
Noi proponiamo di:
- aumentare il finanziamento ordinario per università e ricerca, negoziando con l’Unione europea un aumento di congrue percentuali annue di PIL come investimento pubblico fuori dal patto europeo di stabilità
- individuare risorse per superare il precariato e stabilizzare il sistema universitario e degli enti pubblici di ricerca
- riconoscere la dignità della docenza anche attraverso lo sblocco degli scatti delle retribuzioni
- abolire l’Anvur o ridefinirne dalle fondamenta il mandato per un’agenzia della valutazione con un governo partecipato dalla comunità scientifica e garanzia di autonomia dalla politica, innanzitutto con personalità inattaccabili.
- convocare una conferenza nazionale sui criteri di valutazione dei singoli e delle istituzioni
- definire nuove finalità della valutazione che superino la logica della competizione tra atenei per un approccio di governo equilibrato del sistema
- riportare la programmazione strategica a scelte di governo del sistema e non a parametri automatici basati su criteri tecnocratici, e definire conseguentemente la distribuzione dei finanziamenti.
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